SACRIPORTO
Il luogo della battaglia.
Paesaggi, documenti, materiali, immagini, parole.

di Angelo Luttazzi

Sacriporto. iam quot apud sacri cecidere cadavera portum…….. (Quanti cadaveri giacevano ormai presso il porto Sacro). Questo è la descrizione del crudo epilogo della battaglia di sacriporto, puntualmente descritto da Lucano (Phars. II, vv. 134-137).
Tutto era cominciato nella pimavera de11’83 a.C., quando  L. Cornelio Silla era rientrato in Italia dalla Grecia e sbarcato a Brindisi, a capo di un esercito di circa 40.000 uomini col chiaro intento di affrontare i suoi nemici politici. Alle sue forze si erano aggiunte quelle di Metello e quelle di Gneo Pompeo figlio di Gneo Pompeo Strabone, che aveva arruolato un esercito privato nel Piceno.

Il console Mario il Giovane cercò di ostacolare l’avanzata di Silla nel Lazio, quasi alle porte di Roma. La battaglia si svolse nella piana di Sacriportus, vicino la città di Signia, nell’attuale territorio di Colleferro, lungo il corso del fiume Trerus o Tolerus (odierno fiume Sacco).

Mario attaccò con i suoi contingenti credendo di creare confusione e scompiglio tra i nemici, ma ottenne l’effetto contrario, ossia una reazione d’orgoglio da parte delle truppe sillane che determinò la rotta e la sconfitta del suo esercito. L’esito dello scontro fu favorevole a Silla perché Mario, e quanto rimaneva delle truppe, si ripararono nella vicina Praeneste, dove subirono l’assedio che si concluse con la morte del console e di tutti i suoi sodali.

Il volume affronta il tema dell’identificazione del sito di Sacriporto, mettendo a confronto, tra l’atro gli scritti, a volte semplici note o brevi racconti, in altri casi dei veri e propri articoli, di vari studiosi tra la seconda metà del ‘500 fino ai nostri giorni con l’eccellenza di Filippo Coarelli e Giovanni Colonna, arrivando alla conclusione che Sacriporto debba identificarsi come distretto territoriale con carattere sacro a ridosso della Via Labicana entro il quale si trovavano alcuni santuari, in un punto vicino se non coincidente all’odierna Colleferroe e i cui limiti geografici devono riconoscersi nei siti di Colli Di S.Pietro, Piombinara, Macchia di Piombinara e Colle Maiorana. Fanno da sfondo a questo focus principale le descrizioni del territorio sia in età arcaica che repubblicana, le schede dei siti e una, seppur ipotetica ricostruzione della battaglia stessa.

Dr. Angelo Luttazzi

Direttore Scientifico del Museo Archeologico Comunale del “Territorio Toleriense” di Colleferro