Luoghi da scoprire

Ninfeo di Genazzano

Il ninfeo di Genazzano suscita ancora oggi nel visitatore un impatto di forte suggestione. Progettato sul modello della villa suburbana antica, con riferimenti alla basilica di Massenzio e all’architettura termale, il ninfeo non aveva una destinazione residenziale bensì era stato originariamente concepito come un padiglione estivo per le soste in campagna e per spettacoli all’aperto. L’opera non è mai stata conclusa come confermato dai fori mai chiusi praticati sui muri per i ponteggi e dall’assenza di fuliggine nella canna fumaria della cucina. Il ninfeo infatti fu abbandonato sin da subito, ragion per cui già nell’Ottocento il luogo risultava in evidente stato di trascuratezza.

Gli studiosi non hanno assunto posizioni concordi in merito né all’attribuzione né alla datazione dell’edificio, e non esistono fonti che attestino la tradizionale assegnazione a Donato Bramante e/o alla sua cerchia. L’attribuzione viene avanzata sulla base di un’analisi stilistica degli elementi e la cronologia di edificazione del manufatto oscilla tra tre ipotesi: 1501-03, 1507-11, post 1514. La più accreditata è quella che propone la realizzazione in un momento successivo alla morte di Bramante, e non oltre il 1517.

Il fronte del ninfeo era scandito da un ordine gigante di cui rimangono le basi e gran parte dei fusti. L’adozione dell’ordine tuscanico, utilizzato anche nel portico del castello, può essere legata alle origini della famiglia del committente, Pompeo Colonna, a cui Leone XIII restituì le cariche ecclesiastiche e i possedimenti di cui era stato privato sotto il pontificato di Giulio Il. In quegli anni il tuscanico-dorico era l’ordine prediletto nelle residenze extraurbane: nel ninfeo se ne rintracciano addirittura quattro versioni. L’elemento architettonico principale è la serliana in una versione con archi concentrici ed oculi, caratteristiche queste a cui gli studiosi si sono riferiti per l’attribuzione a Bramante.

Il ninfeo può essere visitato liberamente.

Il Ninfeo di Genazzano rientra nella Rete delle dimore storiche del Lazio

Galleria

Campagna fotografica realizzata nell’ambito del progetto “Oltre Roma” e finanziata dalla Regione Lazio, Avviso Pubblico “La cultura fa sistema 2021”